sabato 17 gennaio 2009

sbranarsi in abitacoli troppo piccoli per i nostri cuori incompatibili

Passano gli anni e mi dici che per te essere qui significa ancora qualcosa, per me no (e ti cullavi nell' illusione di non saperlo).
Sbranarsi in macchina e correre a casa ancora più esterefatti e inconcludenti di prima. Questa volta i graffi sono più profondi e non ho intenzione di tornare da te con il disinfettante.
Mi urli che vedo solo il mio egoismo, ma lo so bene quanto male ti faccio. perchè è esattamente quello che subisco. E scusami se ti rigurgito addosso anche i rancori che non ti appartengono ma è una controffensiva più efficace. Sento dopo mezz'ora che sgommi ubriaco, mi accendo una sigaretta con aria vittoriosa. Quando a perdere siamo tutti e due.
Inutile inventarsi dei fiori che non mi hai regalato, tutto è finito in fretta e grazie a Dio che mi hai abbandonato come i cani d'estate sulle autostrade dopo solo 48 ore.
Poi tutto ci è sfuggito di mano e quello che rimane dalla tua storia fantasma, il bel sogno che hai cercato di concretizzarmi sulla schiena, è sul marciapiede vicino al Sempione.
Per un attimo mi hai fatto quasi pena. (Ho capito che al posto tuo avrei potuto benissimo esserci io e ho avuto pena anche per me).
Sono passati degli anni. Non è un buon motivo per attriburci saggezza e scaldarci le mani a vicenda, ritrovarci per farci compagnia quando la notte ci fa troppa paura. Fondamentalmente nessuno sta stare da solo. Neanche tu che ora sostieni di farcela.
Condividere un abitacolo non vuol dire niente, la protagonista del tuo film non ero io. (E se la sceneggiatura l'avessi scritta un po' meglio anche il mio ruolo lo avresti dato sicuramente ad un altra).
Fragili come vecchi pontili, scricchiolanti come scale di legno e spietati più dell'inverno.
Non l'hai ancora capito che i nostri gruppi sanguigni non sono compatibili?

2 commenti:

  1. vedi che il sangue lo puoi cambiare. ripulire. avvelenare. dipende. come preferisci. per farti stare meglio. non c'ho trovato niente di tanto particolare da non poterlo alterare. ma lui era sempre solo di passaggio e neanche se n'è accorto che ad un certo punto il mio era uguale al suo.

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